Sanremo 2012 introduce un nuovo metodo per le candidature delle nuove proposte in gara: la sfida corre su Facebook, e si gioca sul filo dei like.
Nessuno avrebbe mai detto che Sanremo, la kermesse canora più tradizionalista, nazionalpopolare e di massa dell’Italia intera avrebbe accolto tra le braccia una vera e propria rivoluzione social. Eppure Sanremo Social si gioca su Facebook, tramite fan page e application corredata.
L’obiettivo è quello di sfruttare il trend della community tanto in auge in questo periodo per trovare nuovi talenti da proporre sul celebre palco dell’Ariston. E non è un caso che si sfrutti proprio Facebook per interagire con questi giovani (ex nuove proposte, per intenderci) e soprattutto per coinvolgerne una fetta ancora più ampia, quel pubblico under 30 che del Festival non vuole più saperne nulla da anni.
Ai vertici Rai devono aver pensato che la soluzione ideale fosse attivare un sistema di candidature tramite app di Facebook e tab dedicate: un benvenuto che anticipa la rivoluzione social, due box di candidatura (per cantanti indipendenti e con etichetta discografica) ed ecco che chiunque, in conformità con il regolamento, può prendere parte al casting, che culminerà nel Sanremo Social Day del 12 Gennaio.
Iscriversi è molto semplice, le schermate con il form sono molto intuitive:
E ovviamente tutti i candidati, sempre tramite Facebook Application, potranno essere votati semplicemente con un click direttamente da Facebook, previa registrazione.
La rivoluzione di Sanremo 2012 chiaramente non sta tanto nell’impostazione grafica o tecnica degli strumenti usati (è una semplice app con form da compilare e possibilità di uploadare un video musicale, più una tab con possibilità di votazione): ciò che stupisce è l’apertura totale di un’azienda che aperta non lo è mai stata ai cambiamenti che tutti noi viviamo ogni giorno e che ormai ci sembrano normali.
E in più gli obiettivi: Facebook si conferma ancora una volta un mezzo di comunicazione trasversale, interattivo e soprattutto mainstream, capace di arrivare a tutti, di riacciuffare senza se e senza ma una fetta di target ormai perduta (quella dei giovani che di Sanremo non ne vogliono sapere) e senza invadenza.
Certo, non sono stati toccati i metodi tradizionali di candidatura dei Big, nè di votazione (altrimenti dove andrebbe a finire la Giuria Demoscopica? Dove quella di Qualità? E il televoto?) ma solo quelli della gara da sempre considerata minore, ma non per questo meno d’appeal.
Con questa strategia di comunicazione la Rai non solo sfrutta tutta la carica teaser che questo meccanismo può dare (d’altronde, si parla di Sanremo due mesi prima dell’inizio e non per le vallette), ma punta dritta a un target anagraficamente molto basso (quello di Facebook) per portarlo dal pc direttamente davanti agli schermi e per trasformali ancora, dopo anni di vuoto, da utenti in audience.