Yasumasa Takagi, prestigioso pasticcere nipponico, ha avuto la brillante idea di rivoluzionare totalmente la famosa barretta di cioccolato, producendola in più di 300 insolite varianti di gusto.

Ma partiamo dalle origini del Kit-Kat, snack inglese formato da 4 rettangoli di croccante biscotto ricoperto di cioccolato al latte che, dal 1935 “spezza la routine della giornata” di chiunque lo consumi. Celebre, infatti, il loro primo e unico slogan scritto nel 1958 dal pubblicitario inglese Donald Gilles: “Have a break, Have a Kit-Kat!”.
Kit-Kat è la 3° marca di cioccolato più venduta al mondo e, probabilmente, uno dei brand del settore più conosciuti in assoluto. Solo quest’anno, finora, sono stati consumati più di 12.000.000.000!
Attualmente Kit-Kat esiste in più versioni: classico al cioccolato al latte; cioccolato fondente; cioccolato bianco; gusto biscotto e crema; in formato praline ai cereali ricoperte di cioccolato e persino in forma di yogurt ma… avreste mai pensato ad una barretta di cioccolato gusto Wasabi???

Si sa che i giapponesi in fatto di trend sono sempre un passo avanti a tutti e Yasumasa Takagi ne ha colto al volo l’opportunità, rivoluzionando completamente il concetto dello snack.
In Giappone, Kit-Kat approda negli anni ’80 e diventa subito un prodotto ricercato per via della somiglianza con la parola nipponica “Kito Kato” che significa, più o meno, il nostro “in bocca al lupo”. Non sembrava infatti che il prodotto potesse, altrimenti, avere un così grande successo in un paese notoriamente ostico verso i brand stranieri.
Lo snack diventa subito un simbolo di fortuna e viene regalato, accompagnato da un biglietto di incoraggiamento scritto a mano, agli studenti in periodo di esami ed offerto, in molti ristoranti, a fine pasto come ringraziamento ai commensali. Negli anni 2000 diventa, addirittura, un dolce gourmet proposto in accompagnamento al tè verde matcha e al tradizionale contorno di patate viola.
Nel 2014 lo chef Yasumasa Takagi, uno dei più importanti pasticceri giapponesi, propone una partnership a Nestlé sfruttando la passione per la stravaganza dei suoi connazionali e si candida come produttore di barrette di cioccolato ma, in varianti colorate e dai gusti insoliti.

Kit-Kat diventa così un “Must Have” per i giapponesi appassionati della ormai celebre barretta che possono gustarla, grazie all’idea originale del pasticcere Takagi, in oltre 300 gusti diversi ed insoliti: alla frutta; ai fiori di ciliegio; all’aceto di limone; alla zucca e perfino nei tradizionali sapori nipponici come quella alle varianti di tè; alle mele Shinshu; al wasabi; al sake e ai famosi fagioli Adzuki.
Lo chef Takagi non sembra avere limiti di fantasia e propone lo snack in formati ad edizione limitata realizzate esclusivamente utilizzando materie prime di altissima qualità e reperite a seconda della stagionalità. Addirittura, la sua popolarità pare inizi ad eclissare marche di pasticceria locali famose e storiche come l’azienda “Meiji”!
“Mi sono specializzato in pasticceria lavorando in importanti negozi di dolci in Francia e in Belgio e ho capito che la mia missione era quella di colmare il divario tra i paesi occidentali e il Giappone” spiega Takagi.
“All’inizio Nestlé ha respinto le mie idee ma ho insistito per dieci anni fino ad ottenere la partnership e la possibilità di creare la barretta Kit-Kat in varianti diverse per i miei connazionali senza vincoli e utilizzando solo prodotti locali” continua il celebre pasticcere.
“Al momento produco e vendo, con ottimi risultati, prodotti di altissima qualità esclusivamente nei miei corner shop “Kit-Kat Chocolatory”: vere e proprie boutique dedicate alla barretta di cioccolato concessionari di Nestlé.” conclude lo Chef.
Il primo “Chocolatory” ha aperto a Tokyo nel gennaio del 2014. La curiosità per le specialità del famoso pasticcere Takagi era così alta che le persone hanno fatto la fila per ore fuori dal negozio pur di essere tra i primi ad assaggiare le estrose barrette di cioccolato.
Non è la prima volta che Nestlé si lascia travolgere dalle innovazioni sul consumo alimentare, essendo un’azienda molto attenta alle esigenze dei consumatori ed ai suoi trend.
Sicuramente, anche questa strategia di unconventional marketing sullo storico prodotto del brand, potrebbe diventare un “progetto campione” per studiare il cambiamento dei bisogni e dello stile di vita della società.
Al momento non ci sono progetti concreti riguardo l’esportazione dei prodotti dello Chef Takagi. Siamo però convinti che, se è riuscito a convincere un colosso alimentare globale come Nestlé che opera in un uno dei mercati più competitivi al mondo, non è escluso certo si possa trovare in futuro nei nostri supermercati il Kit-Kat al Tofu!