Continua la denuncia di Greenpeace contro Enel, attraverso una campagna non convenzionale davvero particolare: è partita la caccia al killer del clima. Chi svelerà l’assassino?
Prima un Flash Mob, poi una campagna non convenzionale che coinvolge tutti coloro che vorranno svelare chi c’è dietro il delitto più grave della storia. Greenpeace, dopo averci svelato il suo sporco segreto sulla moda, continua a puntare il dito contro Enel, attraverso un progetto serio che utilizza però un canale di comunicazione moderno, a tratti ironico, sicuramente molto efficace, in grado di raggiungere un bacino d’utenza davvero ampio, giovani e utenti della rete in particolare.
L’organizzazione, molto attiva sul web e in particolare sui social (è di Greenpeace il post più commentato su Facebook), con la sua campagna vuole denunciare l’inquinamento delle otto centrali a carbone del gruppo Enel. Per farlo, però, ha pensato ad una serie di iniziative in grado di far parlare di loro a lungo sul web. Come l’ultima, che invita tutti a dare la caccia al killer del clima, insieme al Reparto Investigazioni Climatiche. Geniale!
In pratica, tutti siamo invitati a segnalare indizi che portino ad indicare il vero colpevole dei cambiamenti climatici. E il primo imputato è proprio Enel, già raggiunto, durante un Flash Mob davanti alla sede romano, da un avviso di garanzia: “Enel, infatti, è il primo utilizzatore di carbone come fonte di produzione termoelettrica (72,1% del carbone per usi elettrici nel 2010) in Italia. Su 37,3 milioni di tonnellate di CO2 emesse nel 2010, 26,2 provenivano dalle centrali Enel“.
Partecipando alle indagini, portando indizi e collaborando, si possono vincere gadget e magliette, che ovviamente riportano la scritta “Enel killer del clima“.
Volete partecipare alle indagini? Su www.FacciamoLuceSuEnel.org ci sono già tanti indizi a vostra disposizione!