iPad, le prime recensioni del tablet firmato Apple

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L’iPad, l’ultima creazione della fervida mente di Steve Jobs, sarà ufficialmente in vendita da sabato 3 aprile negli Stati Uniti. Sono uscite, però, già due recensioni ad opera del Wall Street Journal e del New York Times su quello che si appresta a diventare, a seconda dei rumors, The Next Generation Laptop, un iPod Touch troppo cresciuto, il computer che non avevamo mai potuto immaginare prima, il nuovo gadget tecnologico di culto, il primo flop colossale.

A quale di queste definizioni vi sentite più vicini? Queste le prime considerazioni a caldo.

La prima volta che Steve Jobs ha presentato “quella pazza idea” dell’iPad, risolini di scherno si sono levati. Pad, infatti, in inglese significa assorbente e l’associazione mentale su dove ficcarlo è quasi automatica per chi non vede l’ora che il colosso di Cupertino compia un passo falso. E subito il web, all’annuncio di questa rivoluzionaria notizia, si è scatenato in un grande circo multimediale di: Steve Jobs che presenta tamponi,  geek girls che conversano allegramente di iTampon, fino all’immagine simbolo che sembra decretarne la profonda natura (e l’amara verità):

Certo è che i minus sottolineati dagli emeriti giornalisti lasciano un po’ l’amaro in bocca. Nelle recensioni dell’ultimo nato in casa Apple, si scopre che:

l’iPad non ha l’hardware che ci si aspetta di avere da un normale computer (e questo già lo sapevamo). Via la tastiera per un comodo touchscreen, via la webcam, via le porte usb per una rivoluzione che s’ha ancora da fare e per la quale, come sostiene Walt Mossberg del Wall Street Journal, serviranno molti anni perchè possa sostituire gli attuali netbook; cosa che non sembra essere nella mission dell’azienda, replichiamo noi, da bravi paladini;

– l’iPad non è l’iPhone, e nemmeno un laptop. L’iPad funziona per applicazioni, e ne sono previste uno sproposito per soddisfare le esigenze più disparate degli utenti più esigenti. E’ esclusa dall’elenco, però, la maggior parte delle applicazioni per iPhone, comprese le basilari Weather and Clocks. Per quanto riguarda i software di gestione dei contenuti, l’iPad prevede un’applicazione per documenti, simili a Word, e una per le presentazioni. Più un’innumerevole quantità di applicazioni di grafica e di photo editing, ben lontani però dal surrogare l’assenza di un Adobe Creative Suite. E, cosa non trascurabile, non legge i contenuti in Flash. Ehm…

l’iPad è un bellissimo e-book. Peccato che sul mercato esista già Kindle, che si può tenere su una mano sola, sottolinea sarcastico uno dei due giornalisti.

Fuck, come direbbero gli americani. Il Paese delle Meraviglie è a portata di touch: l’iPad sembra essere, infatti, il supporto migliore di chi la rete la vuole vivere. Navigare, social-izzare, giocare saranno da sabato 3 aprile ancora più leggeri, veloci e goduriosamente di durata maggiore (10 ore dichiarate da Apple, 11 ore e un quarto e 12 ore dichiarate rispettivamente dal Wall Street Journal e dal New York Times).

L’essere sempre un passo oltre, l’edonismo, la spregiudicatezza, la passione, lo stupore come vis creativa: di questo odora, da quando è apparso sul mercato il brand, di Sturm und Drang. E se rimarremo delusi dal nostro amore incondizionato, noi sostenitori di Apple negheremo sempre e comunque.

Anche in caso di “sòla”.