Esploriamo oggi il mondo di Cook Hunter, un nuovo progetto social che piacerà agli amanti del cibo e della buona cucina.
a cura di Giovanna Gallo
Si chiama Cook Hunter e viene definito”il marketplace delle abilità culinarie“. Ancora in fase di start-up, il progetto esploderà in Italia nel 2012, per poi andare ad esplorare anche il mercato internazionale. D’altronde è chiaro: il mondo del food affascina (basta pensare alla tendenza del social dinning) e non solo gli amanti del cibo, ma anche gli esperti di marketing, che hanno visto in quest’ambito terreno fertile per i loro progetti. In questo caso, si tratta di un social network vero e proprio, in cui gli utenti possono creare dei profili dopo essersi riconosciuti in uno dei due macro-generi che danno il nome al sito: cook o hunter?
I cook mettono a disposizione cucina, un pasto completo, originalità e perché no, prodotti tipici e buona compagnia; l’hunter è invece alla ricerca di posti casalinghi in cui mangiare e scoprire nuovi sapori.
Abbiamo intervistato Gian Luca Ranno, CEO di Cookhunter.net, per capire le potenzialità del progetto e il target di riferimento.
Giovanna: In cosa consiste Cook Hunter?
Gian Luca: È un mkt place delle abilità culinarie che dà la possibilità sia a cuochi professionisti ma soprattutto a coloro che vedono nella cucina una passione di mostrare agli altri le proprie abilità. È inoltre un luogo di incontro per socializzare, un luogo che da virtuale diventa reale incrociando passioni (dai cake designers ai maestri di tè), incontrando necessità legate a particolari diete (dai celiaci ai vegani).
Giovanna: Come nasce l’idea?
Gian Luca: Nasce circa un anno fa a Natale, chiacchierando con amici e parenti intorno alla passione italiana verso la cucina, alla volontà più o meno recondita di aprire un ristorante e ai limiti soprattutto burocratici dell’impresa. Nasce così l’idea, analizzando anche un fenomeno molto diffuso all’estero delle “cene con gli amici” dove ognuno mette una quota e poi i più bravi cucinano. Perché non sfruttare i social per questo? Perché non trasformalo in uno strumento che renda possibile a tutti coloro sia residenti in una città , ma anche che vi si trovino per lavoro, turismo, studio, di incontrare nuova gente e conoscere nuove cucine, magari in luoghi in cui mai avremmo pensato di arrivare?
Giovanna: Bisogna necessariamente essere dei professionisti del settore?
Gian Luca: No, anzi l’idea parte proprio dal presupposto contrario. Gente che ama cucinare, ma che lo fa per diletto, per pura passione. Poi ovviamente CookHunter è aperto a tutti ma è costruito per dare ad ognuno il suo spazio in un modo different. In più, l’attività permette anche di guadagnare sulla propria passione e sul proprio lavoro!
Giovanna: In questo oceano di social network che nascono e muoiono soppiantati da quelli più forti e famosi, non hai paura che cookhunter venga ignorato?
Gian Luca: La partenza è stata positiva ed incoraggiante, in 30 gg dal lancio delle iscrizioni, e siamo ad agosto ed un lancio fatto solo attraverso Facebook, abbiamo raccolto più di 400 iscritti, più di 1600 Mi Piace sul sito, quasi 240 Mi Piace sulla pagina Facebook, un gran riscontro ed un continuo scambio con da tutte le persone che si seguono ed un grande interesse da parte dei Blogger e della stampa tradizionale. Settembre sarà un mese caldo per capire dove andremo. Poi un Social Network che si basa sul cibo, non può che essere Italiano!
Giovanna: Come mai, infine ti sei rivolto all’ambito del food? Che potenziale vedi in questo settore?
Gian Luca: Il potenziale è enorme, tutti amano la cucina, c’è chi ama mangiare chi cucinare chi ambedue. E facendo solo riferimento a Facebook e solo in Italia, i profili che sono Food Oriented sono moltissimi, quindi ribadisco questo settore è altamente virale e scalabile, che solo le chiavi del successo per un Social. No?
Potete seguire CookHunter sia su Facebook che su Twitter.
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