Non tutti sono sicuri che Osama Bin Laden, il nemico numero uno dell’Occidente, sia morto dopo l’attacco delle truppe Usa della notte scorsa. In molti vedono il mistero dietro alle modalità di seppellimento del corpo, e su Facebook e Twitter mille congetture la fanno da padrone. Le immagini divertenti e le battute sulla lunghissima latitanza di Osama Bin Laden spopolano sui social, dove, tra le altre cose, si è registrato un vero e proprio record: quelli dei tweet dedicati al caso.
4.000 tweets al secondo, più di 12 milioni di tweets all’ora: un record e cifre mastodontiche che raccontano come il mondo del web a volte, possa, in modo veloce ed esaustivo, riferire i grandi fatti di cronaca a lettori e utenti. Dopo la morte di Osama Bin Laden, il tam tam si è scatenato, raggiungendo vette quasi da record. Non quello assoluto però: quello lo detiene, con 6 mila e rotti tweets al secondo, la twit-cronaca del Capodanno in Giappone.
Ma perché un simile evento di cronaca ha avuto una così forte nel mondo sul web? Innanzitutto perché, diciamocelo, i social network sono un po’ il regno della politica e della cronaca: Twitter in particolare, con i trending topics e la possibilità di retwittare in modo facile e veloce, permette un simile meccanismo.
Intanto, su Facebook, spopolano i gruppi e la fan page dedicate, utili senz’altro a mitigare e sdrammatizzare il clima di paura che la morte di Osama Bin Laden ha generato nei cittadini. Non si deve leggere quindi questo riferimento ai gruppi nati da Facebook come una presa in giro o una minimizzazione dell’evento, ma solo come un report di quanto è accaduto in relazione a una situazione di tale portata.