Un tweet che vale più di un’Ansa? Forse un po’ di anni fa nessuno avrebbe ammesso una simile eresia, e invece adesso è quasi verità: secondo una ricerca moltissimi esperti di comunicazione e giornalisti affidano la ricerca delle fonti ai social network. E molti di loro ammettono: “Twitter è una grande forma di informazione“.
Secondo una ricerca condotta da Oriella PR Network, i social network e i blog starebbero diventando velocemente una delle fonti di informazione principale per chi l’informazione la produce e la condivide, ovvero i giornalisti. L’analisi, condotta su un campione di circa 500 giornalisti di diversa nazionalità (15 Paesi, dagli Usa all’Europa), ha chiesto a questi professionisti in che modo usassero Facebook, Twitter e vari blog ritenuti interessanti dal punto di vista dei contenuti.
Più del 47% ha risposto che Twitter è una loro fonte di informazione. Il 35% usa Facebook e in moltissimi ammettono di leggere dei blog e di usare poi i contenuti per articoli, servizi e inchieste.
Se la schiera di tradizionalisti si porrà in malo modo verso questa notizia, in realtà questo la dice lunga sullo stato dell’informazione attuale. E’ ovvio che non tutte le informazioni reperibili sul web sono “sane“, vere e verificabili. Le cinque regole del giornalismo moderno, quella della W, perché si parli di buon giornalismo e un buon servizio, devono comunque essere rispettate e per quanto la mole di parole e notizie che circola sul web sia immensa bisogna sempre stare attenti a ciò che conta, che vale, che serve.
Un tweet non sarà probabilmente l’equivalente di un’Ansa, nè di una fonte verificabile e attendibile concreta e reale, ma di certo aiuta a reperire informazioni attuali, calde, di prima mano. Un vero giornalista deve saper distinguere il vero dal falso, non solo sul web, ma anche mentre guarda il mondo dalla sua scrivania.