Mark Zuckerberg in miniatura: il signor Facebook dice no alle sue action figures

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Dopo il film di David Fincher, Mark Zuckerberg ha raggiungo la popolarità mondiale, e non solo per aver inventato Facebook. Tanto che uno store on line, il MIC, ha messo a disposizione dei suoi fan le sue action figures con tanto di like button a mò di accessorio. Ma il signore dei social non ci sta e ha bloccato l’iniziativa. Perché è più semplice manovrare da dietro le quinte un colosso che ammettere di essere diventato una macchietta a forma di pupazzetto.

Le action figures dedicate e liberamente ispirate a Mark Zuckerberg non hanno avuto vita lunghissima sul web, anche se il tam-tam intorno all’uscita dei pupazzetti ha fatto discutere da un capo all’altro del mondo ancor prima che fossero messe sul mercato. Lo scorso 9 Marzo, il lancio: tanti piccoli Zuckerberg, indentici all’originale, in serie, made rigorosamente in China, per conto della M.I.C., store di oggetti hi-tech USA, che ha subito pubblicizzato le action figures e ha fatto partire le vendite. Per ovviare al problema dei permessi e delle licenze, l’azienda ha deciso di chiamare il social-gadget Poking Inventor, richiamando così in questo nome una funzionalità di Facebook, il poke appunto.

Eppure, non è bastato: i pupazzetti di Mark Zuckerberg, proprio venerdì, sono stati ritirati dal mercato, la produzione bloccata, pronte le scuse pubbliche sul blog dell’azienda. Licenze e diritti d’immagine inesistenti hanno portato il colosso di Palo Alto a inviare una pressante minaccia di azione legale al M.I.C store. Il risultato? Migliaia di piccoli Mark Zuckerberg rimarranno in magazzino invenduti, ancora incartati, mentre tentano di consolarsi stringendo al petto il like-button, come fosse una borsetta griffatissima.