Prende sempre più piede nel mondo del web la figura del community manager, colui che, esperto di social network, sfrutta Facebook, Twitter e C. per incanalare messaggi e pubblicizzare le iniziative di brand e clienti. Vediamo chi è e cosa fa, e quanto è importante questa figura nelle PR di un’azienda e nel suo essere sempre presente sul web con contenuti mirati e targetizzati, attraverso le parole di una community manager DOC.
Gestire pagine Facebook è un vero e proprio lavoro con dei ritmi, degli orari, delle regole ben precise che vanno rispettate. Soprattutto bisogna conoscerle, queste regole: quanti credono che esserci, ora come ora, sui social, sia solo una questione di apparenza, senza nessuna importanza, probabilmente non hanno capito il ritorno positivo che una buona fan page, gestita da un community manager professionista, può portare.
Il community manager solo in questi ultimi anni ha acquistato un ruolo attivo nell’inquadramento professionale: le agenzie di PR online e di web marketing, il mondo della politica, i brand di moda, le riviste, i portali, vogliono essere seguiti, in particolar modo su Facebook, legando all’attività di divulgazione di news e notizie relative al marchio o al cliente anche iniziative e promozioni, che, spesso, partono dai social per gli utenti dei social, senza andare oltre, con un successo strepitoso. Il bacino di utenza, quindi la community cui ci si rivolge, può essere ampia o molto ridotta, quasi di nicchia: in entrambi i casi sarà necessario impostare una vera e propria strategia, una linea editoriale che permetta a chi gestisce la rete di seguire uno schema ben preciso e metodico, innovativo e originale, ma anche all’utente di ritrovare, con una cadenza definita, argomenti e rubriche fisse, come se fossero degli appuntamenti a cui non può mancare.
Il community manager di solito, se non è ancorato ad un’agenzia precisa, lavora da freelance, e rispecchia in pieno il profilo del wworkers, ovvero colui che gestisce da casa i propri clienti, appoggiandosi alle agenzie, che gli affidano dei clienti in base alle sue attitudini e competenze.
Abbiamo chiesto a Sara Paolucci, community manager e social media specialist per TUI.it, agenzia di viaggi online, che qualità deve avere un professionista per ricavarsi una nicchia redditizia (come numero di fan e interazioni) e risultare più interessante dei concorrenti, spesso presenti anche loro sui social con una pagina. “Innanzitutto deve essere competente ed appassionata. Costanza e qualità dei contenuti sono i principali fattori di successo. Questi sono i due fattori di partenza senza i quali è difficile partire. Poi è importante amare il web, essere sempre aggiornati e crearsi una rete di contatti per avere popolarità…e soprattutto divertirsi!“. Il community manager deve essere un’ombra che vigila, sempre operativamente, sui suoi clienti e sulle pagine che gestisce senza mai apparire, o deve essere un web-addicted molto conosciuto, che ha già una rete di contatti consolidata? Sull’ indice di popolarità che un community manager deve avere per avanzare (e dunque, di riflesso, dare un aiutino i suoi clienti..), Sara dice: “Partendo dal presupposto che essere popolari è sempre importante nel mondo dell’online, lo è ancor di più per un community manager. Ovviamente non è indispensabile, ma maggiore è la popolarità maggiore sarà la credibilità e di consiguenza la partecipazione da parte degli utenti…è’ una catena, sono tutti fattori strettamente correlati tra loro“.
Quanto durerà questa febbre dei social? E come mai, nell’arco di un anno, questa figura, prima marginale e decisamente poco conosciuta e apprezzata, è salita alla ribalta tanto da risultare indispensabile alle aziende? Sara non ha dubbi: “Io credo che quello che si è verificato negli ultimi anni non sia un fenomeno passeggero ma un vero e proprio mutamento molto radicale.
Essere online – e soprattutto sui social – non è più semplicemente una moda ma una vera e prorpia necessità. Il confronto con i propri clienti online è, oggi, non solo una modalità come un’altra di fare customer care, ma è anche uno strumento di raccolta feedback, di una continua ricerca di miglioramento ed la straordinaria occasione di instaurare con i propri clienti un vero e proprio rapporto di scambio”.