Bambini e web: c’è un modo per proteggerli?

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C’è un computer, disponibile in casa, con accesso internet illimitato e libero. E c’è un bambino, che sa benissimo a cosa serve quel pc, e ha osservato con attenzione i suoi genitori manipolare il mouse e guardare con attenzione sullo schermo per godersi i risultati. E allora, come accade in moltissime case, semplicemente, si posiziona anche lui alla scrivania e comincia a navigare. E chi ci assicura che il bambino non incappi in qualcosa che non deve vedere? Come assicurargli protezione sul web?


I bambini sono curiosi di natura e imitano il comportamento degli adulti soprattutto nelle prime fasi di vita, tra i 2 e i 6 anni. Ed è proprio questa l’età più a rischio, non solo da utenti attivi: uno studio del 2010 dal titolo Digital Birth ha infatti dimostrato che l’81% dei bambini è già online a due anni, mentre il 33% è già presente prima di nascere.

Dobbiamo proprio stare a discutere di ecografie, immagini, foto dei piccoli presenti su Facebook, quando ancora questi devono venire al mondo o hanno pochissimi mesi? Secondo i sociologi, questa “nascita virtuale” compromette sin dai primissimi momenti di vita quello che sarà il rapporto del bimbo con il pc, soprattutto se i genitori non oppongono resistenze a un suo utilizzo massiccio: giochi, addirittura chat per i ragazzi in età scolare (ma ancora alle scuole elementari, per intenderci), per non parlare dei social network, dove si registra il boom di iscritti al di sotto dei 14 anni (sai, caro Zuckerberg, che  i 18 anni si possono anche costruire a tavolino e che basta dichiarare il falso per accedere alla tua piattaforma? Siamo sicuri che tu lo sappia).

E poi, ancora, un’altra questione: si può davvero attuare un controllo sull’uso che i bambini fanno di internet? Esiste davvero un Internet a misura di bambino? Secondo il Moige sì: nel decalogo stilato per decretare cosa fa male a un bambino quando sta davanti al computer, campeggiano regole semplici che potremmo dare ai ragazzi anche se dovessero semplicemente uscire a fare una passeggiata. Non dare informazioni personali e riservate agli sconosciuti, bloccando i siti più pericolosi e attivando filtri appositi.

E’ Microsoft a darci un supporto tecnico: proteggere i minori che navigano è fondamentale. I genitori non possono chiudere gli occhi.